Le origini della scrittura sono molto più antiche di quanto in genere si creda, affondando radici nell'ultima fase dell'età della pietra, ossia nel neolitico? E sono molto più vicine geograficamente, situandosi nell'Europa sud-orientale? Da questi intriganti interrogativi trae le mosse il libro inchiesta di Marco Merlini.
Sulle rive del Danubio, 7.500 anni fa fiorisce una civiltà che non sfigura rispetto a quelle tradizionalmente riconosciute come le prime dell'umanità: Mesopotamia, Egitto, valle dell'Indo e Cina.
La Civiltà del Danubio è fra le più importanti del mondo antico e, per alcuni aspetti, sembra precedere le altre. Per esempio, un numero crescente di studiosi ritiene che abbia sviluppato una propria scrittura ben 7.000 anni orsono, oltre un millennio e mezzo prima dei geroglifici egizi e del cuneiforme sumero: la scrittura del Danubio (Danube Script).
La stupefacente esistenza di un'antica scrittura europea maturata in anticipo rispetto a tutte le altre viene ampiamente discussa nei congressi internazionali per addetti ai lavori. Come mai allora non trova riscontri nei libri scolastici, nei manuali universitari sulla preistoria e neppure nella pubblicistica divulgativa?
Il fatto è che la posta in gioco è terribilmente alta. Se confermato, il Danube Script obbligherà a mettersi d'impegno per riscrivere il racconto di come ci siamo evoluti in homo scribens.
Per verificare di persona la documentazione esistente, Marco Merlini ha messo in moto la sua trentennale esperienza di giornalista culturale svolgendo, fra il 2001 e il 2004, un Grand Tour nell'Europa orientale. E ha scoperto che laggiù gli archeologi hanno ammassato non decine ma migliaia di iscrizioni di questa ars scribendi europea.
I "libri del tempo" sono in argilla: statuine femminili, sigilli, amuleti, falli, altarini, tavolette, vasi, modellini di tempio, pesi di telaio... Essi sono stati rinvenuti in una vasta area che va dalle isole egee all'Adriatico, dal Peloponneso alle pianure ungheresi. Fior di linguisti e filologi li stanno studiando, perché la sfida più ardua è quella della decifrazione.
Il libro che il lettore ha tra le mani è quindi un'inchiesta archeologica sui ritrovamenti degli ultimi scavi, ma anche un rapporto di viaggio tra villaggi rurali di sette millenni fa, la diffusione dell'agricoltura e del mondo contadino, la scoperta della prima ruota e dell'aratro, strane divinità ibride femmina umana-animale, idoli femminili dalle forme falliche, il culto degli onorati antenati, vie commerciali lungo centinaia di chilometri, conoscenze numerologiche e geometriche, scribi-sacerdoti intenti a scrivere non per fare di conto ma per comunicare con gli dei e per predire il futuro.
Con l'entrata dei paesi orientali nell'Unione Europea, la scrittura del Danubio torna ad essere anche la nostra storia.
Marco Merlini è il direttore del Prehistory Knowledge Project. Fa parte del team di direzione dell'Archaeomythology Institute di Sebastopol (Usa). E' membro della World Rock Art Academy. Coordina M.U.S.E.U.M.: il network dei musei storci e preistorici delle capitali europee. Sotto gli auspici dell'Unione Europea coordina la realizzazione del "Museo Virtuale delle Radici Europee".
Merlini collabora a diverse riviste archeologiche (Archeologia Viva, Hera). Ha scritto svariati libri, tra cui Miti Infranti, Pescatori d'anime, Affetto: costi e ricavi, Friendly.
Le illustrazioni di questo libro sono di Daniela Bulgarelli. Pittrice e antropologa, Daniela Bulgarelli dipinge e studia i legami fra arte decorativa corporea, ceramica e parietale. Ha pubblicato: Come dipingere su ceramica e porcellana (De Vecchi, 1994), Como decorar la ceramica loza y porcellana, tecnicas, estilos, secretos (De Vecchi, Madrid, 1995); Comment peindre la porcelain: toutes le pates colorees et les differentes techniques (De Vecchi, Parigi, 2000). Insegna all’Istituto Europeo di Design di Torino e ha condotto ricerche con le Università di Torino e Roma.
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