The Global Prehistory Consortium at EURO INNOVANET
 L'orientamento astronomico delle costruzioni megalitiche
di Federico Bardanzellu
IL MEGALITISMO SARDO

Agli occhi delle nostre generazioni, è stupefacente rendersi conto come l'uomo preistorico, e, in particolare, l'uomo del neolitico o dell'età dei metalli, fosse già pienamente in possesso di approfondite conoscenze astronomiche.
Nell'Isola di Sardegna, già a partire dal neolitico e sino all'età arcaica, sono presenti varie e numerose costruzioni megalitiche. Ebbene, nella loro disposizione sul territorio, sono state verificate e accertate una serie di allineamenti astrali, che, pur nell'incompletezza delle ricerche e degli studi, tuttora ad uno stadio iniziale, dimostrano il possesso di tali conoscenze da parte dell'antico uomo sardo.
Ecco un breve prospetto della tipologia di tali monumenti, distinte per era preistorica di edificazione e utilizzazione.



Barumini: Ingresso del torrione centrale del nuraghe complesso 1

IL NEOLITICO

Il Santuario di Monte d'Accoddi/SS

In epoca neolitica la Sardegna è ancora sporadicamente popolata. Il più imponente monumento rimasto è un altare/santuario in località Monte d'Accoddi presso Sassari; in esso sono state individuate due fasi costruttive: la fase I, o del "tempio rosso", databile al 3200 a.C. e la fase II, quella del tempio-altare vero e proprio, databile al 2900 a.C. Le sue dimensioni complessive sono m. 37,5x30,5 nella fase II. Ai terrazzamenti si accede con una grande rampa, che misura m. 41,50.
La tipologia del santuario di Monte d'Accoddi non è riscontrabile in ambito europeo; esso sembrerebbe infatti un esempio del modello mesopotamico della ziqqurrath, ancorché consti di un solo terrazzamento nella fase I e due soli nella fase II. L'altare è orientato astronomicamente verso Nord; potrebbe quindi essere stato adibito a funzioni religiose collegate con la stella polare. Tale orientamento non si riscontra in ambito europeo. Non è possibile peraltro fare supposizioni sulla funzione dei megaliti presenti al suo esterno in quanto spostati nei secoli: un lastrone trapezoidale sorretto su tre appoggi, a mò di piccolo dolmen, con ai bordi sette piccole cavità risalente al 2900 a.C.; un lastrone più piccolo del 3200 a.C.; una grossa pietra di forma perfettamente sferica, sulla cui superficie sono scolpite numerose coppelline, raffiguranti - forse - le costellazioni; un menhir alto m. 4,44, attribuibile alla fase I.



Monte d'Accoddi


Due altari a Pispisu/Abbasanta e Riu/Aidomaggiore

Carlo Maxia e Lello Fadda hanno effettuato misurazioni geometriche su altri tre altari in provincia di Oristano, e ne hanno ipotizzato l'orientamento solstiziale. In particolare, gli altari di Pispisu/Abbasanta e di Riu/Aidomaggiore sembrano rivolti verso l'alba al solstizio invernale, con un errore di circa 3°, mentre l'altare in località Costaleri/Ghilarza sembra essere orientato verso l'alba al solstizio estivo, anch'esso con un errore di circa 3°. La direzione dell'alba al solstizio d'inverno potrebbe essere ricollegato al culto religioso della resurrezione; più incerto è il significato dell'orientamento all'alba del solstizio estivo, forse collegato al culto della nascita o della fecondazione.

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