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 Matriarcato e gruppi di potere nell'Egitto dei faraoni
di Federico Bardanzellu
C'è di più. Recenti studi confermano anche, per quegli anni, l'attribuzione del titolo di faraone a tutti gli effetti, in capo a una certa Neferneferuaton, versione più lunga del nome Nefertiti. Essendo, all'epoca, ancora vivo l'enigmatico Akhenaton, ne deriva che già alla morte di Amenofi III (11° anno di coreggenza di Akhenaton), Nefertiti sia stata associata al trono del marito/fratello.
Tra il 13° e il 14° anno del regno di Akhenaton, tuttavia, contemporaneamente alla morte della regina-madre Tiye, la regina Nefertiti scompare da ogni raffigurazione ufficiale, tanto da essere data per morta da alcuni importanti studiosi moderni (C. Aldred). E' l'interpretazione più verosimile dei fatti accaduti.
Fu così che un giovane principe (probabilmente un fratellastro del faraone), tale Smenkh-ka-Re, prese per moglie la figlia primogenita di Nefertiti, Merit-Aton, e, in base a tale diritto nuziale, fu a sua volta associato al trono di Akhenaton. Ma il carisma della regina scomparsa era ancora così forte che, come risulta da un'iscrizione, il nuovo coreggente, aggiunse il nome Neferneferuaton accanto al proprio.

Le disgrazie, per i componenti della 18a dinastia, a questo punto subirono un'accelerazione. Il giovane Smenkh-ka-Re, infatti, morì a vent'anni, verso il 17° anno del regno di Akhenaton. Pochi mesi dopo, la morte avrebbe colpito anche quest'ultimo. Non siamo in grado di conoscere né le cause del decesso di Smenkh-ka-Re (essendo la sua mummia particolarmente rovinata), né quelle di Akhenaton e di Nefertiti, non essendo state tuttora rinvenute le loro salme; a rigore, quindi, non siamo in grado di stabilire se la scomparsa di tali sovrani sia dovuta a disgrazia vera o allo scatenarsi di una lotta di potere senza esclusione di colpi tra fazioni contrapposte.

Salì dunque al trono il piccolo Tut-ankh-Aton, di soli nove anni. Il nuovo faraone, quasi sicuramente figlio della defunta Tiye, e, molto probabilmente anche di Amenofi III, aveva acquisito il diritto di successione, sposando la principessa Anches-en-pa-Aton, secondogenita di Nefertiti. La logica ci fa dedurre che il minorenne faraone non fosse altri che un docile strumento nelle mani di qualche potere sconosciuto.
Verso il 4° anno del suo regno, infatti, avvenne una nuova rivoluzione. Il faraone e la regina cambiarono i propri nomi rispettivamente in Tut-ankh-Amun e Anches-en-Amun ed entrambi lasciarono la capitale di Akhenaton per trasferirsi a Tebe; il culto di Aton fu abbandonato e gli antichi dei restaurati. Il potente clero del dio Amun sembra aver preso il sopravvento.

Ma dopo nove anni di regno Tut-ankh-Amun morì a soli diciotto anni, e senza eredi viventi. La sua scomparsa non fu dovuta a cause naturali. Una contusione osservabile sul cranio della sua mummia fa ritenere che sia stato ucciso con un colpo di mazza. Sentendosi in pericolo, la regina Anches-en-Amun chiese aiuto addirittura agli Hittiti, offrendosi di sposare un loro principe reale e conferendogli così il trono dei faraoni. Ma il principe designato fu anch' esso ucciso in un agguato.
Chi fu l'autore di questo nuovo golpe? Quasi sicuramente Ay, il "Padre del Dio" dei tempi di Akhenaton, il quale costrinse al matrimonio la regina succedendo così al giovane faraone, prematuramente assassinato. Sembrerebbe un ritorno al culto di Aton, ma non vi sono elementi certi a supporto. Il regno di Ay durò, comunque soltanto quattro anni e alla sua morte salì sul trono il generale Har-em-hab, completamente legato al clero tebano del dio Amun. Di Anches-en-Amun non si ha più notizia, né risulta che abbia avuto eredi femmine. Né sono conosciute le cause della scomparsa di Ay, non essendo stata rinvenuta la sua mummia.
Har-em-hab acquisì lo scettro sposando la principessa Mut-nodjme, generalmente considerata sorellastra di Nefertiti. Ciò confermerebbe l'ipotesi della regalità del sangue della consorte di Akhenaton. Come Nefertiti, infatti, anche Mut-nodjme avrebbe potuto trasmettere il titolo regale solo in quanto figlia della antica regina Tiye, pur non essendo figlia di faraoni.


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