back
The Global Prehistory Consortium at EURO INNOVANET
indietro avanti
NON FU SVILUPPATA PER MOTIVI ECONOMICI O AMMINISTRATIVI, MA COME VEICOLO DI RITUALI RELIGIOSI.
Bande orizzontali e verticali di testi scritti percorrono contenitori rituali in miniatura trovati in Ungheria e in Romania e datati tra il 7.000 e il 6.500 dal tempo presente.

Iscrizioni si trovano su sculture femminili, offerte votive (forse ex voto), coppe libatorie, fusaiole, pesi da telaio, a indicarne uno sviluppo in un contesto religioso (Marler, 2001). Nell'Antica Europa la scrittura era un'espressione simbolica di credenze religiose. I manufatti iscritti erano impiegati sia da persone comuni in riti domestici che da una potente elite sacerdotale in cerimonie magico-religiose; secondo alcuni autori soprattutto di sepoltura (Haarmann, 1997).

Una riorganizzazione religiosa e la nascita della scrittura furono elementi fondamentali nella fase in cui le popolazioni dell'Oriente meridionale europeo vissero la lunga transizione - per molti versi ancora sconosciuta - in cui stavano scomparendo le piccole bande nomadi di cacciatori-raccoglitori a favore dei villaggi agricoli, ma non si erano ancora affermate città, autorità regia e Stato. Non a caso, in questa fase di formazione, accanto alla comparsa della scrittura vennero cristallizzati nuovi concetti religiosi, metabolarizzando tradizioni e culti più antichi. La leadership e gli apparati istituzionali impiegavano lo script sacro anche per indirizzare e controllare gerarchicamente il senso di appartenenza in comunità che si percepivano ancora come fortemente egualitarie.( Merlini 2002a)

Quella dell'Europa del Sud-Est era soprattutto una religione di principi "spirituali ctoni, lunari e imperniati sul divino femminile… le immagini ritratte trasudano le ricchezza dell'umidità della terra e sono cicliche come la luna" (Gimbutas 1991). Il leitmotiv dei "versetti sacri" incisi e dipinti sugli oggetti di culto è costituito dai diversi attributi, prerogative e funzioni delle divinità femminili. Si trattava dunque di uno script sacro, finalizzato a interloquire con le forze trascendenti.

Colmi di sacro timore reverenziale nei confronti della funzione di dare e alimentare una nuova vita, i protobalcanici vergavano testi che avevano quale tema centrale il mistero della nascita, della morte e del rinnovamento della vita; vita degli uomini, ma anche della Terra intera e del Cosmo.

Scrittura, simboli astratti e immagini facevano soprattutto riferimento a una o più divinità femminili che donavano la Vita, governavano sulla Morte, dispensavano le energie per la Rigenerazione; divinità che, come Madre Terra, nascevano, morivano e si rigeneravano insieme al ciclo della vita vegetale.