L'Età del bronzo finale: i templi a pozzo
Non può considerarsi concluso un discorso sull'orientamento astronomico delle costruzioni preistoriche sarde, senza prendere in esame l'orientamento dei templi a pozzo, di cui, a tutt'oggi se ne conoscono 35 esempi. In particolare, nel caso del pozzo sacro di Santa Cristina di Paulilatino/OR (databile circa al 1000 a.C.), è stato accertato che la sua apertura permette il riflesso della luna alla sua massima declinazione, che avviene solo ogni 18,6 anni (c.d. numero d'oro lunare). La scalinata di accesso permette invece il riflesso del sole agli equinozi autunnali e di primavera.
Paulilatino (OR) - Pozzo sacro Santa Cristina
Altri due pozzi sacri, il Fontana Coperta di Ballao e Su Puzzu di Orroli, posseggono anch'essi la caratteristica del riflesso della luna alla massima declinazione, ma la loro scalinata di accesso permette il riflesso del sole al solstizio estivo; circostanza, quest'ultima, riscontrata anche per il Santa Vittoria di Serri.
Anche tali corrispondenze astronomiche sembrano collegati al culto della fecondazione. I templi a pozzo, d'altronde, non sono altri che nuraghi sotterranei, con una piccola apertura in alto e una scalinata d'accesso; la presenza dell'acqua - il liquido amniotico terrestre - rende la loro assimilazione con l'utero della madre terra, ancor più convincente di quella delle torri nuragiche. E allora perché un'orientamento verso i raggi lunari, cioè in direzione di un astro comunemente ritenuto anch'esso femminile?
Forse già allora l'uomo preistorico si era reso conto che l'unione dei due elementi, quello maschile e quello femminile era condizione necessaria ma non sufficiente perché avvenga la fecondazione. E l'astro lunare, il cui ciclo era così simile al ciclo mestruale femminile, sembrava predisporre particolarmente alla fertilità ogni essere vivente di sesso femminile. Forse nei templi a pozzo venivano celebrate periodicamente (ogni 18 anni e mezzo!) riti collegati alla fertilità della Dea madre terrestre, esaltata particolarmente per intercessione della Luna, Dea madre celeste.
BIBLIOGRAFIA SUL MEGALITISMO SARDO
Il neolitico:
Contu, Ercole,
L'altare preistorico di Monte d'Accoddi, Sassari 2000.
Proverbio, Edoardo e Calledda, Pino,
Orientation of pre-nuragic in northeastern Sardinia, SEAC II Annual Meeting, Sibiu (Rumania) 1995.
L'eneolitico:
Caocci, Alberto,
La Sardegna, Milano 1981.
Lilliu, Giovanni,
La civiltà dei Sardi dal neolitico all'età dei nuraghi, Torino 1967
Castaldi, Editta,
Un cromlech calendariale del nuorese, 3° Convegno internazionale di archeologia e astronomia, Roma 2000.
Calledda, Pino e Murru, Giorgio, "Monumenti d'interesse astronomico nel territorio di Laconi (NU)", in
Rivista italiana di archeoastronomia, Roma 2004.
Proverbio, Edoardo e Calledda, Pino, "Orientamento di dolmen e di tombe preistoriche nella Corsica centro-meridionale", in
Rivista italiana di archeoastronomia, Roma 2004.
Orientamento astronomico di nuraghi e tombe di giganti:
Lilliu, Giovanni,
La civiltà nuragica, Sassari 1982.
Maxia, Carlo e Fadda, Lello, "Nuove scoperte sulla civiltà nuragica con l'astroarcheologia", in
Frontiera I, Cagliari 1973.
Maxia, Carlo e Fadda, Lello,
Il mistero dei nuraghi svelato con l'astroarcheologia, Cagliari 1984.
Proverbio, Edoardo e Calledda, Pino., "Analisi statistica degli orientamenti di tombe megalitiche in Sardegna", in
Rivista italiana di archeoastronomia, Roma 2004.
Marchisio, L., Manara, A. e Gaspani, A., "Ricerca sulla Tomba di Giganti S'Ena e Tomes in Sardegna", in
Rivista italiana di archeoastronomia, Roma 2004.
Zedda, Mauro Peppino,
I nuraghi tra archeologia e astronomia, Cagliari 2004.
Orientamento astronomico dei templi a pozzo:
Proverbio, Edoardo e Calledda, Pino, "Sugli orientamenti e sulle visuali di pozzi sacri esistenti nella Sardegna centro-meridionale", in
Rivista italiana di archeoastronomia, Roma 2004.
Costruzioni funerarie neolitiche europee:
North, John,
Il mistero di Stonehenge, Casale Monferrato 1997.
Proverbio, Edoardo,
Archeoastronomia, Milano 1989.