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The Global Prehistory Consortium at EURO INNOVANET
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SI IMPERNIA SU UNA TRENTINA DI SEGNI-RADICE BASATI SU UNA BUONA PARTE DELLE FORME GEOMETRICHE FONDAMENTALI
Linee parallele, croci di varia foggia, V aperte da un segmento inserito in verticale, alberi della vita, Y, H…
Una misteriosa pietra sferica, rinvenuta a Lepenski Vir (Yugoslavia) e vecchia di 7.500 anni, è incisa con alcuni segni-radice della scrittura proto-europea. La superficie è solcata da linee orizzontali e verticali: una sorta di mappamondo suddiviso in meridiani e paralleli. La maggioranza delle sezioni create dal reticolato è cosparsa di segni di scrittura, il resto è totalmente vuoto.
Shan Winn (1981) ipotizza che, infilzata con un bastoncino, la sfera fosse fatta vorticare. Siamo forse di fronte alla più remota documentazione sull'impiego della scrittura in ambito oracolare

Secondo la Gimbutas (1991) , l'atavica scrittura europea consterebbe di una trentina di forme originariamente astratte e arbitrarie o divenute di fatto tali nel tempo: V, V invertita, croce, triangolo, losanga, zigzag, circolo, svastica, spirale...
Secondo la contabilità di Haarmann (1995), sono 10 i segni-radice che creano nuovi caratteri subendo variazioni semplici o complesse; 131 quelli che rimangono inalterati.
Tali segni-radice esprimono buona parte delle forme geometriche di base e la loro continuità persisterà fin nella Grecia classica.