Due
complesse iscrizioni segnano in modo impressionante la bocca-guance e
la fronte di questa maschera mignon (di soli 5 centimetri) indossata da
una statuina in terracotta. Sono probabilmente formate da un mix di ideogrammi
ed elementi sillabici.
La scrittura
dell'Antica Europa possedeva un valore solo visuale o anche fonetico?
Esprimeva cioè in segni grafici i suoni di una lingua orale?
Diciamo subito che questo script continua tuttora a mantenere il suo
segreto: ancora si discute se fosse composto da pittografie (rappresentazioni
di oggetti o concetti attraverso disegni schematici, ma abbastanza realistici)
e ideogrammi (segni stilizzati che si fanno simboli per esprimere idee
e concetti) o se associasse segni scritti a una struttura fonetica (parole
o sillabe). Non sappiamo seppure che lingua parlassero queste popolazioni.
Condivisa è comunque la convinzione che non si tratti di scrittura
alfabetica (la sintonia fra un carattere alfabetico e un singolo suono).
L'alfabeto fu inventato nel Vicino Oriente intorno al 3.500 dal tempo
presente.
Lo script proto-europeo è probabilmente logico-fonetico: incorpora
sia ideogrammi che segni rispondenti alla lingua parlata. In particolare,
i simboli ideografici sembrano indicare intere parole e sono prevalenti
per numero e ruolo. La componente fonetica svolgeva solo una funzione
addizionale, indicata dai segnetti lineari (segmenti retti, punti, archetti
)
che variano i segni-radice . Questi
segnetti lineari potrebbero individuare segmenti sillabici (come nei
geroglifici egizi) o intere sillabe (come nel cuneiforme accadico).
Ricapitolando, i segnetti lineari aggiunti servono, nella scrittura
di un testo, a puntualizzare i diversi aspetti o risvolti di un concetto
di base espresso da un segno elementare, oppure a segnalare l'elemento
fonetico (probabilmente sillabico) di un linguaggio che ci è
sconosciuto.
(Merlini
2002a)
I sistemi logico-sillabici furono i più diffusi in epoca arcaica.
Quello veteroeuropeo proto-europeo ricorda la struttura del primo sistema
pittografico sumero, dove la resa dei valori fonetici (sillabici) era
occasionale, mentre divenne dominante nel successivo cuneiforme accadico
(Haarmann,
1997).