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The Global Prehistory Consortium at EURO INNOVANET
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SI BASA SU SEGNI ASTRATTI E ARBITRARI PIUTTOSTO CHE SU MOTIVI FIGURATIVI O NATURALISTICI
I segni iscritti sul sigillo cilindrico in argilla trovato a Karanovo (Bulgaria centrale) sono astratti e non ricordano forme rintracciabili nel mondo "reale". L'oggetto ha 6.800 anni.

Nella maggioranza dei casi, i caratteri di scrittura e il simbolismo sacro si esprimono in geometrie astratte e stilizzate, motivi arbitrari e comunque privi d'indizi per un osservatore odierno: impossibile collegarle a forme del mondo reale. Solo raramente, simboli e scrittura rivelano uno stampo naturalistico: i tratti allora ricordano una figura umana o parti della sua anatomia, rievocano un animale totemico o sacrificale, richiamano la forma di una pianta, rimandano a un fenomeno naturale come il sole o un ruscello, schematizzano un utensile o alludono ad architetture o a strutture (per esempio, una nave).

Harald Haarmann (1995) contabilizza, tra i 231 segni dello script balcanico-danubiano, ben 156 arbitrari e astratti, solo 49 di derivazione naturalistica e con diversi gradi di stilizzazione, 26 intermedi.
Se osserviamo che tutti gli altri sistemi arcaici di scrittura sono caratterizzati da un elevato numero di pittogrammi, il ragguardevole impiego di caratteri astratti e arbitrari appare una peculiarità dello script dell'Antica Europa.
La bassa percentuale di segni di derivazione naturalistica ne dimostra poi l'elevato grado di evoluzione, malgrado abbia anticipato di ben due millenni tutti gli altri sistemi di scrittura noti.
Lo script proto-europeo sembra avere alle spalle una lunga propensione all'astrazione e i frutti di una "rivoluzione geometrica" avvenuta in tempi più antichi.